Success Stories

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Paul

Questo articolo mi è stato inviato, in modo molto originale, da un mio amico francese che ringrazio tantissimo.
Paul ambisce a diventare uno chef e sta specializzandosi in alta pasticceria francese e per questo gli facciamo i nostri migliori auguri per un futuro radioso. Risiedendo in questa splendida regione della Francia, ha deciso di scrivere il suo articolo su una cartolina che ho trascritto fedelmente in francese e in italiano, ma che potrete leggere in tutte le lingue cliccando in alto e selezionando la vostra.

Ploumanac'h - La Costa di Granito Rosa Nous voici à Ploumac'h petit coin de paradis,désigné village preféré des Français en 2015 et tojours aussi prisé des touristes. Cette commune abrite l'une des deux seules côtes de granite rose existant dan le monde. Ses rochers côtiers sono traversés par les marcheurs avertis . Avec un peu de chance, il vous sera possibile d'ycroiser l'es quelques célébrites à la recerche d'un refuge du rythme effréné de leur carrière,y ayant élu domicilio .Une retraite en terre bretonnes, bercée par la douceur ambiante et l'agitement de la mer,que je souhaite à tout le monde de vivre un jour.

Eccoci a Ploumac'h, un piccolo angolo di paradiso, il villaggio preferito dai francesi nel 2015 e ancora frequentato dai turisti. Questa cittadina ospita una delle due coste di granito rosa esistenti al mondo. Le sue rocce costiere sono attraversate da esperti camminatori. Con un po' di fortuna potrete imbattervi in personaggi famosi in cerca di un rifugio dai ritmi frenetici della loro carriera, avendo scelto di vivere lì. Un rifugio in terra bretone, cullati dalla dolcezza dell'ambiente e dall'agitazione del mare, che vi auguro di vivere un giorno.
Paul

Massimiliano Giannocco , poeta e aforista romano, ha pubblicato con Europa Edizioni le raccolte poetiche “Novembre”, nel 2020, e “Notturno stellato”, nel 2022. Con Kindle ha da poco pubblicato “Possedeva il mare dentro: raccolta di aforismi poetici”. Presente in diverse antologie di poesie in italiano e in romanesco, ha conseguito alcuni premi e riconoscimenti nazionali. Collabora saltuariamente con vari siti e giornali. Sito: www.massimilianogiannocco.com


Casa Manzoni a Milano

di Massimiliano Giannocco

Milano è una città da girare a piedi. Non soltanto per la ridotta estensione e nonostante un efficientissimo trasporto pubblico locale. Milano va percorsa e vissuta camminando, perché solo così essa si disvela agli occhi di chi desidera andar oltre l’immagine classica della città sempre in movimento, orientata al futuro e protesa sulle gambe slanciate delle modelle in tiro. Milano è anche altro e si nasconde nelle discrete ed eleganti case a pochi piani del centro, di color grigio o rossastro; camminando, se ne può respirare il profumo culturale, artistico e letterario, tra i più fragranti ed eterni in Europa. Ecco! Se il visitatore volesse arricchire il suo bagaglio aggiustando la rotta del percorso, scoprirebbe che a due passi dalle notissime Via Montenapoleone, Via Alessandro Manzoni, Via Pietro Verri e Piazza Filippo Meda, esiste un angolo silenzioso, decorato da splendide facciate neoclassiche: Piazza Belgioioso. Sarebbe preferibile arrivarvi dal Duomo o da Piazza Meda perché, da quel lato, varcati gli archi, se ne apprezzerebbe maggiormente l’urbanistica disposizione. Si entrerebbe nella dimensione di una Milano che fu non soppiantata, ma integrata dalla nuova città, che sviluppa in verticale, modificandola definitivamente, la propria skyline, ammirando dai piani alti le tegole granata e i chiostri nascosti dei propri antenati. Dentro Piazza Belgioioso i grattacieli neanche si scorgono e la frenesia di quella che un tempo era chiamata la “Milano da bere” lascia il passo a una “Milano da leggere”, perché laggiù, in fondo, con l’elegante sagoma neorinascimentale, si scorge la Casa del Manzoni. Lo scrittore lombardo, insieme alla famiglia, visse qui dal 1814 fino alla sua morte, avvenuta nel 1873. Oggi, questa signorile dimora è un museo, con annessa biblioteca, dedicato al genio manzoniano. Entrando dalla limitrofa Via Morone – fatelo! Il biglietto ha un costo irrisorio in rapporto alle meravigliose sensazioni che si proveranno – si legge, nel cortile, una epigrafe di Niccolò Tommaseo: “Verrà tempo di migliore età che la nostra, che gli uomini si recheranno a visitare la casa di questo grande italiano, come luogo sacro”. Forse quel tempo non è ancora giunto, giacché sarebbe preferibile vedere questi luoghi colmi di gente ancor più di un banale negozio di videogiochi o di un anonimo centro commerciale, crasso contenitore di corpi simile a dantesco calderone. Ma si sa! Siamo nell’epoca della dissipazione cerebrale, proprio quando l’offerta culturale non mai è stata così variegata e a portata di tutti. Eppure qualche coraggioso lo si vede entrare e si è felici nello scoprirsi meno soli, quasi a essere presi per mano nel calpestio dei sacri luoghi in cui dimorò uno dei più grandi scrittori della storia della letteratura. Dei tempi dell’Alessandro “Magno” restano intatti il ricco studio al piano terra e la spoglia camera da letto, raggiungibile da una scala finemente decorata. Le sale sono varie e in ognuna si scopre un lato del Manzoni, da quello biografico a quello letterario e politico. Sullo sfondo, l’ambiente di una città in cui, da tempo, la robusta circolazione di idee stava gettando le basi della metropoli che sarà. Immancabile, poi, l’omaggio ai Promessi Sposi e alla relativa fortuna, osannata con l’esposizione di opere pittoriche e scultoree. Particolarmente ricca e significativa la ritrattistica dello scrittore, in tutte le fasi della sua vita. Colpisce, tra le altre, la scultura di Luigi Crippa, che immortala l’incontro tra Alessandro Manzoni e Giuseppe Garibaldi, avvenuto nel 1862. Come disse qualcuno, ci si trova di fronte al fraterno abbraccio del padre della Patria con il padre della Lingua italiana moderna. L’eroe socialista anticlericale e il letterato cattolico liberale, entrambi uniti dall’amore viscerale per l’Italia unita e dallo strenuo desiderio di libertà dei popoli. Si respira il Risorgimento tra queste mura, si gusta la Milano letteraria e politica dell’epoca. Gli amici, alcuni “lontani” come il Monti, altri di carteggio come Goethe e quelli veri, del quotidiano vissuto. Attraverso il museo, i suoi contenuti storico-letterari, questi flash di vita manzoniana e il viaggio onirico per i paesaggi lombardi, illustrati da “catene ininterrotte” di quadri nelle ultime sale al piano di sopra, ci si scopre ancora di più innamorati di Milano e di uno dei suoi figli più gloriosi. E si è spinti a conoscere ancora di più, entrando nella Biblioteca da 38.000 volumi presente nell’edificio, curata, come tutto questo scrigno di ricchezza culturale, dal Centro Nazionale Studi Manzoniani. Quanto era bella quella Milano! Senza la memoria di essa, la meravigliosa metropoli lombarda del futuro, che sta nascendo in questi anni, non avrebbe senso! Sembrerebbe un minerale prezioso scoperto all’improvviso, quando esso vive da secoli e, proprio nell’epoca del Manzoni, grazie a uomini come il Manzoni, cosparse il suo fertile terreno della migliore semenza. E, allora, a chiusura di queste righe, permettete l’ardire di questi versi liberi, contenuti nella silloge poetica “Novembre” (Europa Edizioni) e dedicati alla tanto amata città meneghina:

Milano del Manzoni

Andirivieni di menti e corpi tra rumori variopinti e vociare discreto. L’edera che si abbarbica sulle facciate rossastre della vecchia, elegante Milano.

Non lontano dai vicoli centrali la fabbrica è fremente e mostra le vette di una nuova metropoli, che dall’alto guarda le tegole e i comignoli di un tempo non passato, ma vivo e laborioso.

È bella la nuova Milano, ma il mio cuore è rapito dal silenzioso ristoro di una piazzetta nascosta, dove visse il Manzoni.
Massimiliano Giannocco

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Simona Cecchi

Ciao mi chiamo Simona e sono un amante dei viaggi a piedi , una passione scoperta da grande e che mi affascina sempre di più. Ho scoperto che la mia formula magica è condividere il viaggio con la persona giusta perché caratterialmente non sono una persona solitaria, ho bisogno di una spalla su cui contare . Studio sempre per tempo la meta da raggiungere creandomi il percorso da fare tramite un’applicazione fantastica che si chiama Mapi. Oggi voglio condividere con tutti voi l’ultima mia avventura in Liguria .. . La Scalinata di Monesteroli . • Sono partita da Campiglia in provincia di La Spezia imboccando un sentiero ben segnalato . Ovviamente chi decide di vivere un’esperienza di questo genere deve avere un abbigliamento adeguato e un minimo di allenamento perché la Liguria è un territorio sviluppato in altezza , si scende e si sale. • Come antipasto a quello che mi sarei gustata mi sono concessa una deviazione al borgo di Schiara , una realtà abitativa unica nel suo genere. Qui le strade non esistono , ci si sposta solo attraverso un sentiero . Un gruppo di case abbarbicate sulla scogliera fra i terrazzamenti dei vigneti e panorami mozzafiato fino a scendere giù al piccolo porticciolo dei pescatori . Una realtà di vita così diversa da quella a cui siamo abituati a concepire ... sarei voluta restare lì per sempre. • Mi sono rimessa in cammino risalendo la scogliera gustandomi panorami bellissimi della costa dall’alto fino ad arrivare all’inizio della famosa scalinata di Monesteroli più di 1100 scalini solo andata per arrivare al piccolo borgo abitato ormai da solo 2 famiglie che si può raggiungere solo via mare o percorrendo la scalinata. • Sono rimasta senza fiato dall’emozione più volte . Le gambe mi tremavano nello scendere quegli scalini a picco sul mare senza ringhiere per sorreggersi . Ho gustato il mio pranzo al sacco lì su uno scalino con il mare davanti a me e la sensazione di essere seduta lì fra le onde . Sicuramente è uno dei posti più belli che ho visto ed è per questo che vi consiglio di andarci una volta nella vita . P.s : io ci tornerò sicuramente più volte

instagram cecchisimona
Simona Cecchi
Casa Manzoni
Questo articolo mi è stato inviato da Ale, un giovane studente universitario che ama la sua Sardegna e che, come me , ritiene che per viaggiare non è necessario prendere aerei, ma basta guardarsi intorno e apprezzare ciò che ci circonda.

Sa Sartiglia
Se si pensa al carnevale oggi, non possono non venire in mente il carnevale di Rio o quello veneziano. Maschere, carri e musica ad altissimo volume, spesso pure al limite, che risuonano nelle città per ore. Ad una prima occhiata il carnevale oristanese non ha nulla a che fare con tutto questo, verrebbe quasi strano definirlo tale. E, invece, ad Oristano, nei giorni compresi tra la domenica di carnevale e il martedì grasso, si celebra una ricorrenza che ha un significato molto più profondo dei balli e delle maschere. Sa Sartiglia infatti ha origini molto antiche, probabilmente medievali, ma fortunatamente è rimasta una pratica che non si è persa nei secoli e allo stesso tempo ha mantenuto intatto il proprio fascino. La cerimonia ha come scopo di propiziare l’arrivo della stagione primaverile attraverso i due simboli che legano il popolo sardo all’isola, ossia la terra e il lavoro. Sa Sartiglia continua ad attirare tutt’ora migliaia di persone dalle periferie e numerosi turisti e curiosi, tant’è che i biglietti messi a disposizione dal comune per assistervi dagli spalti vanno a ruba in pochi giorni. Le festività iniziano la domenica mattina a mezzogiorno ed è un evento accessibile solo a poche persone. Tuttavia è possibile seguire la diretta in televisione. Si ha dunque la vestizione de “Su componidori”, figura di spicco della cerimonia, solitamente scelta alcune settimane prima. La vestizione è un rituale lungo e delicato e consiste nella deposizione e cucitura della maschera sul volto del cavaliere da parte di alcune donne vestite in abiti sardi. Alla fine della cerimonia è quindi consegnata al cavaliere “Sa pippia de Maiu”, un mazzo di fiori che è utilizzato lungo l’arco della giornata per la benedizione delle folle. La giornata prosegue con la corsa della stella. Su componidori in primis e poi i cavalieri a seguire si sfidano in una corsa a cavallo con lo scopo di infilzare la stella appesa lungo il tragitto. La pratica ha anch’essa un significato propiziatorio: in caso di elevato numero di stelle sarà una buona annata. La giornata finisce quindi in festa con le pariglie: i cavalieri, anch’essi vestiti a maschera, eseguono delle difficilissime acrobazie a cavallo con lo scopo di intrattenere il pubblico. Se vi siete persi la cerimonia della domenica non disperatevi, in quanto il martedì successivo sarà il turno del gremio dei falegnami mentre il lunedì è dedicato alla Sartigliedda, che coinvolge i più piccoli a cavallo di pony. La Sartiglia è un evento per chi ha la curiosità di conoscere tradizioni centenarie e provare l emozione di trascorrere un carnevale diverso. La Sardegna è un luogo magico, ricco di storia e cultura ed è sbagliato considerarla esclusivamente per le sue meravigliose coste. Quindi che aspetti?
Ale

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